lunedì 7 dicembre 2009

No-B Day, una grande manifestazione per una grande indignazione

C’è chi dice che eravamo in 300mila. C’è chi invece rialza, più di un milione. Ai miei occhi di studentessa eravamo uomini e donne che si muovevano su un’unica lunghezza d’onda, animati dalla stessa volontà di cambiamento (per non dire “rivoluzione”) e dalla stessa speranza di vedere finalmente l’Italia governata da una politica “dalle mani pulite”. Chi lo aveva scritto in faccia, chi lo rappresentava ironicamente su fantasiosi striscioni, chi lo urlava con tutta la sua sana rabbia nei cori più improbabili. Il popolo viola del No-B Day si è materializzato dalla rete in piazza della Repubblica con un unico proposito: chiedere le dimissioni del premier Silvio Berlusconi.
Il corteo che partiva da piazza della Repubblica e che, muovendosi un po’ a rilento a causa dell’imprevista iper-partecipazione, è arrivato a piazza San Giovanni, ha visto sfilare gente di tutte le etnie e di tutte le età: accanto a me una signora sulla settantina tiene in mano una delle tante agende rosse che si vedono in giro, quella di Borsellino (portata in religiosa processione da gran parte del popolo viola), come segnalibro l’Unità; dietro di me un ragazzino di 10 anni intona (con mio sommo stupore) Bandiera Rossa. In mezzo a una quantità incommensurabile di striscioni che recitano slogan come “Ma quale Lodo Alfano, processate il Nano”, partono anche i primi cori, uno tra i più simpatici: “Per regalo di natale, Berlusconi in tribunale!”. Folkloristicamente alcuni marocchini che partecipano al corteo non perdono l’occasione di fare anche un po’ di business, fischietti, sciarpe, kefie, maglioni, tutti –ovviamente- rigorosamente viola. La banda di musica balcanica suona canti popolari in mezzo alle bandiere dell’Idv (tra cui fa capolino la faccina feliciona di Di Pietro) e quelle di rifondazione; i compagni di brigata lottano per sovrastare la musica con i loro megafoni a suon di slogan in cui compaiono le diciture “lotta di classe contro potere” e da cui partono canti come l’Internazionale. Il corteo si muove, balla, canta, tuona, rimbomba dei passi delle persone “pacificamente incazzate” che sfilano per quei chilometri sotto gli occhi vigili di centinaia di forze dell’ordine diversamente dislocate lungo il tragitto, che tuttavia hanno ben poca rilevanza e significato, dato lo svolgimento e la natura pacifica della manifestazione.
Piazza San Giovanni è gremita, non ci si entra tutti. Difficile sentire i relatori dal palco, dal maxischermo si vedono comunque sfilare Salvatore Borsellino, Dario Fo e Franca Rame, Celestini che pronunciano parole forti, crude, pungenti, spigolose, verità scomode, in discorsi articolati tra estremi, indignazione e speranza, denuncia sociale e volontà concreta di fare qualcosa per cambiare la situazione attuale. Dalla platea applausi concitati, partecipi, veri. Che scaldano il cuore, insomma, davanti all’attuale annichilente gestione del potere , che ormai da 15 anni a questa parte si traduce in clientelismo, favoritismo, leggi ad personam, Lodo Alfano e dl per processi brevi, e chi più ne ha più ne metta.
Una manifestazione che, lo speriamo tutti, abbia qualche concreta ricaduta.
Con l’augurio che l’opposizione abbracci questo movimento meraviglioso, nato e scaturito dalla rete, per mettersi seriamente ad essere e fare opposizione, l’Europa intera si tinge di viola.

Roberta.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Berlusconi è già morto...è già morto il suo partito e la sua immagine. La Storia, l'europa, il mondo l'anno già giudicato. Lo si vede dalle ultime sue leggi non più indirizzate all'Italia ma solo per se stesso; ormai l'Italia l'ha abbandonatA. Viola è anche il colore del lutto, il nostro lutto per uno Stato ucciso da Berlusconi. La cosa grave è ormai la nostra concezione di legalità deviata, di "giustizia" fra virgolette, di "legge"...del più forte. Il signor B ha distrutto una società civile e ha creato un mostro, e cioé una generazione di gente come me, che ha perso fiducua nello Stato. Hanno a loro malgrado, allevato una generazione di "ribelli" che di certo non gioverà all'Italia di domani, per un sacco di tempo.
F

(cosmo) ha detto...

tutto è abbastanza chiaro.. eppure mi sento confuso..

ecco altre analisi, che vale la pena leggere.. critiche "da sinistra":

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/La-grande-assente/3157

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Quei-giovani-cosi-puliti-ed-ordinati-troppo-ordinati/3173

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Non-e-questione-di-onesti-e-reprobi/3140

(cosmo)

(cosmo) ha detto...

caro F, e se berlusconi e il berluconismo rappresentassero invece un "nuovo" modello di sviluppo, una "nuova" forma di democrazia svuotata di tutte le conquiste sociali? una "regime" da esportare in europa, in asia, in america latina, in africa? e se fosse una cosa positiva l'aver perso la fiducia nello Stato, forse perchè quella fiducia non l'hai mai meritata, nè può meritarla? E se una generazione di ribelli fosse invece l'unica "risorsa", l'unico elemento "positivo" su cui il mondo (e l'italia) può ancora contare?

Pablo ha detto...

togli tutti i se. Il progetto è già concluso, andato a termine nel migliore dei modi, oltre le aspettative. Lo stesso Gelli si lamenta per come, frettolosamente è stato già raggiunto,e da Berlusconi non dalla P2 intera. In Europa, la figura di berlusconi ha subito una trasformazione interessante, al passo dei suoi lifting....siamo passati da una assenza di fiducia verso il nano (90'), ad un ridicolizzarlo (anni 2000), fino ad oggi, in cui il fenomeno viene analizzato invece attentamente. Il mondo giornalistico, politico e intellettuale europeo ha ben chiaro la situazione e sa che tale modello è già appetitoso per un sacco di "democratici" che vorrebbero comandare in diverso modo. Berlusconi è stato a lungo sottovalutato e ora è diventato il mostro che conosciamo, senza che noi avessimo reagito in qualche modo. Per questo ora ormai agisce esplicitamente solo per se stesso e non più per il paese...ormai ha tutte le carte e le scuse per farlo senza che il popolo lo possa/voglia toccare. Guarda che il fenomeno è serio davvero: nessuno nel mondo sviluppato, in così pochi anni ha agito così tanto contro una democrazia affermata come l'Italia. Chi ha rubato così tanto, chi ha privatizzato acqua e cultura, chi è stato accusato più volte di mafia, chi è coinvolto in 18 (?) processi, speculazione edilizia, favoritismi, evasioni fiscali, corruzione eccetera eccetera. Lui è l'intoccabile, innominato, dio in terra e in cielo, può permettersi di dire barzellette all'ONU, nessuno lo tocca.
Ha certamente creato una generazione di ribelli che odiano lo Stato, il loro Stato; però questi ribelli sono stati abboccati da 30 anni di Tv e veline e non sò quanto SIAMO capaci di reagire. La maggioranza resta a imprecare davanti al televisore e và a letto tranquilla perchè la sua parte l'ha fatta.
F