venerdì 29 gennaio 2010

Pace fratello

Sempre più dolci e cristiane le parole dei più alti esponenti del mondo cattolico italiano. Uno degli ultimi (e neanche tanto famosi) interventi è quello del monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto che ha rilasciato un'intervista sconvolgente al sito Pontifex.Roma. Parole davvero shoccanti degne più di una discussione da bar, più che da un'intervista ad un prelato di alto livello. Bibbia e il tanto sbandierato crocifisso come simbolo di pace, sembrano non avere importanza in questi casi e acquistano sempre più un ruolo di passepartout per potersi permettere di insultare qualsiasi istituzione, filosofia o gruppo sociale che non segua la dottrina socialmente imposta dal vaticano.
Si riportano di seguito alcuni degli stralci più significativi dell'intervista al vescovo, dalle quali parole (da buon cristiano) traspare il suo paradossale accanimento contro omosessuali, ebrei e musulmani, con tanto di subdoli riferimenti alla politica nazionale.
Incominciamo con gli omosessuali: " Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale un peccato gravissimo e aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I Vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio [...] all'omosessuale praticante e conclamato, il ministro abbia il coraggio di tirare avanti e non amministrargli la comunione. Ad uno come Vendola io non amministrerei mai".
Altre minacce sono rivolte a quelli che si sposano in comune: "sappiano che opera la scomunica latae sententiae: si mettono fuori da soli dalla chiesa."
A pochi giorni dalla giornata della memoria, con tutto quello che hanno passato e continuano a subire, non risparmia neanche gli ebrei: "Non sono più i nostri fratelli maggiori da quando hanno abbandonato Cristo al suo arrivo. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli".
Poi la ciliegina coi musulmani: "Distinguere fra Islam moderato e estremo non ha senso. [...] Nazioni islamiche ricche non hanno mandato neppure un soldo ad Haiti. Bisogna svegliarsi dal letargo e difendersi dall ' Islam, prima di essere colonizzati". Insomma un bel coktail di omofobia e xenofobia sicuramente non lodevole per un pastore di questo livello, ascoltato ogni giorno da migliaia di...pecore che potrebbero prendere sul serio le sue parole.
Ben più onorevole e pacata è stata la risposta di Alessandro Iberi, (presidente arcigay Grosseto) agli attacchi aberranti del vescovo: "E' chiaro che per la Chiesa, l'omosessualità è ancora vista come una malattia, ma l'unica vera malattia che deve essere assolutamente guarita è l'omofobia della Chiesa stessa".
Quel simbolo di "pace e fratellanza" che per questi cattolici rappresenta il crocifisso, neanche da appeso al collo sembra dar loro una minima influenza.

1 commento:

fabiot ha detto...

Qualche domanda che sarebbe opportuno rivolgere all'alto prealto è: "Cos'ha da dire riguardo ai preti pedofili?" Poi, "Lo Stato del Vaticano, si sa, è ricco: vergognose sono le agevolazioni fiscali di cui gode e le entrate che lo stato gli garantisce, tutto esentasse; i possedimenti immobili dello Stato del Vaticano (tanti), non ritornano alcuna tassa all'Italia, in quanto il vaticano è esente dal pagamento dell'ICI e di ogni altra imposta sugli immobili. Nonostante tutto, la chiesa (quella istituzionale) si limita ad organizzare raccolte fondi: quanti soldi ha devoluto di tasca propria agli sfortunati terremotati di Haiti?" Infine "Con quale coraggio la Chiesa tace e accondiscende su personaggi che negano lo sterminio di massa di prigionieri (siano essi ebrei, omosessuali, comunisti, ecc) deportati nei campi di concentramento nazisti?"

Ribadisco il mio schifo ed il mio disprezzo per la chiesa vaticana