lunedì 8 febbraio 2010

Compagni di merenda ad Arcore

"Nel 1994, l'ingegner Lo Verde, alias Bernardo Provenzano, mi fece avere una lettera destinata a Dell'Utri e Berlusconi. Io la portai subito a mio padre, in carcere. Mi disse che con quella lettera si voleva richiamare Berlusconi e Dell'Utri, perché ritornassero nei ranghi. Mio padre mi diceva che Forza Italia era nato grazie alla trattativa e che Berlusconi era il frutto di tutti questi accordi. Oggi è rimasta solo una parte di quella lettera, eppure fino a pochi giorni prima della perquisizione fatta dai carabinieri nel 2005 a casa mia, il documento era intero. Ne sono sicuro. Non so cosa sia successo dopo". In ciò che è rimasto nella lettera si legge: «... posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento, onorevole Berlusconi, vorrà mettere a disposizione le sue reti televisive». Massimo Ciancimino spiega: "Provenzano voleva una sorta di consulenza da parte di mio padre". Berlusconi aveva detto che "se un suo amico fosse sceso in politica, lui non avrebbe avuto problemi a mettere a disposizione una delle sue reti" e Provenzano era uno di questi suoi "amici". Secondo Massimo Ciancimino "A mio padre, nel rapporto con Cosa nostra, si sarebbe sostituito Marcello Dell'Utri". SERVIZI SEGRETI: Nell’audizione del pentito torna il misterioso “signor Franco”, l’agente dei servizi segreti che secondo Ciancimino junior sarebbe stato in contatto con il padre e con Provenzano. “Dopo un’intervista con Panorama, in cui emergeva in qualche modo un mio ruolo nell’arresto di Riina, il signor Franco mi invitò caldamente a tacere e a non parlare più di certe vicende perché tanto non sarei mai stato coinvolto e non sarei mai stato chiamato a deporre. Cosa che effettivamente avvenne – accusa Ciancimino junior - visto che fino al 2008, quando decisi di collaborare con i magistrati, nessuno mi interrogò mai”. Anche durante gli arresti domiciliari Massimo Ciancimino avrebbe ricevuto una strana visita: “Un capitano dei carabinieri – dice il testimone – mi invitò caldamente a non parlare della trattativa e dei rapporti con Berlusconi”.
Da Repubblica

Insomma un pentito di mafia, per la seconda volta, rivela i rapporti fra il Capo del Governo e la mafia. La stampa internazionale insorge, l'opinione pubblica tace. Solo Bondi parla: "Fango e calugne pre elettorali"

Video: Berlusconi e la Mafia

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