lunedì 29 marzo 2010

I disertori

Per "urne" si intendono 2 cose: quelle elettorali e quelle cenerarie. Gli usi e le situazioni in cui compaiono sono abbastanza differenti, però nel caso di queste elezioni regionali, hanno in comune il fatto che nessuna delle due conteneva anima viva: 1 elettore su 3 ha disertato i seggi, fuorché i grandi leader, che non hanno perso occasione per continuare la campagna fin dentro la cabina elettorale...
La giornata di voto inizia con un mini-comizio al seggio del presidente del Consiglio, che è arrivato alle 11.45 nella scuola media Dante Alighieri, via Scrosati, a Milano per votare. Al termine delle operazioni di voto, dopo le foto rituali di un numero cospicuo di fotografi e cameramen di varie televisioni, il capo del Governo Berlusconi ha detto: "Se molliamo ci troviamo Di Pietro. Non bisogna mollare. Il clima è preoccupante ed è quello che è stato creato da una campagna elettorale che tutti sanno come si è sviluppata e quali argomenti siano stati messi in campo".
Di Pietro. "E' una scelta di campo quella che gli elettori devono fare: tra chi difende tutti i giorni la Costituzione, come l'Italia dei Valori, e chi viola regolarmente le leggi e la democrazia. In questo momento c'è bisogno di contrastare questa deriva antidemocratica rappresentata da Silvio Berlusconi e dalla sua corte".
Quale sarà il risultato? Un vincitore c'è già: l'estensionismo. Si parla di 2 milioni di votanti in meno: un crollo puro di 10 punti con una percentuale di italiani alle urne del 47% contro il 55% del 2005. C'è molta insoddisfazione: difficile continuare a perdonare le malefatte di Berlusconi e credere alle sue parole. E' stata una campagna elettorale assurda, senza inizio né fine: sono state fatte ulteriori leggi ad personam, proprio mentre la Cassazione ne bocciava altre. Con un gesto vergognoso che ha macchiato inesorabilmente la nostra nazione, si è privatizzata l'acqua mentre molti comuni siciliani e pugliesi hanno acquedotti fatiscenti che perdono fino al 40% del loro contenuto. La crisi economica è stata cancellata dalle agende del governo, mentre che la disoccupazione raggiunge i livelli massimi e gli italiani stentano ad arrivare a metà mese. In nome di una falsa par-condicio si è spenta totalmente l'informazione televisiva, approfittando delle elezioni per scagliare la falce della censura verso i più grandi e seguiti programmi di informazione politica come Annozero e Ballarò. Dell' ambiente non se ne parla più se non in termini nucleari, promuovendo un'energia "innovativa e sicura", senza però il coraggio di ammettere (prima delle elezioni) i siti scelti per le centrali.
Con tutti questi problemi, non c'è da stupirsi se la gente non è andata a votare. C'è grande malcontento: gli elettori di sinistra ormani c'hanno rinunciato da tempo, e chi non è emigrato all'estero, va a votare tappandosi il naso. Fra gli elettori del Pdl non va meglio: in molti sono rimasti delusi per le interminabili lamentele di Silvio verso i giudici e in molti cominciano per fortuna a non credergli più. Il caso delle liste del Lazio poi è stato davvero un colpo duro per il Pdl, dimostrando quanta confusione e incapacità ristagna dentro al partito, per non parlare poi delle leggi ad listam (puntualmente firmate da Napolitano) subito fatte per rimediare il caos pre elettorale. Tutti questi fatti, sommati alle recenti accuse di concussione e minacce riguardanti B. e il direttore del Tg1, hanno portato ad un forte astensionismo dell'elettorato di centro-destra, favorendo una possibile rimonta di Lega e Idv. Insomma, tanta insoddisfazione e in molti se ne sono fregati delle urne, votando si...ma per un week-end al mare.

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