venerdì 5 marzo 2010

Il Petrolio di Pasolini

Il 5 marzo 1922 a Roma nasceva il genio Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi poeti, scrittori e registi italiani. La sua fama non ha confini nel mondo e ancora tutt'oggi non si ha compreso completamente la profondità e la lungimiranza presente nel patrimonio intellettuale e artistico che ci ha lasciato. Pasolini era anche un grande intellettuale, un filosofo, un lucido pensatore e forse proprio per questo era un uomo troppo scomodo per mantenerlo in vita. Nel 75' stava scrivendo un romanzo particolare, "Petrolio" . Non riuscì a terminarlo, perché la notte del 2 novembre 1975 venne massacrato con bastoni, spranghe e catene per poi, inerme e stremato, essere investito nei pressi del lido di Ostia, vicino al mare, su un campetto da calcio. Tutt'oggi, i sicari non sono ancora stati trovati e quando questo accade, dietro c'è sempre lo Stato e come dice Giovanna Marini prima di cantare la sua meravigliosa canzone dedicata al poeta, "un paese capace di uccidere un genio è un paese malato". E' chiaro che una violenza disumana e mafiosa come quella subita, stava a significare che per qualcuno, quell'uomo sapeva troppo. La morte di Pasolini inoltre è macchiata di falle, errori, insabbiature giudiziarie, corruzione e false testimonianze; in modo da coprire i veri colpevoli e archiviare il caso in fretta. Per molti anni, l'unica persona accusata dell'omicidio fù Pino Pelosi, un ragazzo all'ora diciassettenne, che avrebbe ucciso il poeta inséguito a sue pressanti molestie sessuali. Il ragazzo si dichiarò colpevole e venne accusato d' omicidio, ma fu subito evidente che un giovane così esile, non sarebbe mai riuscito a macellare il corpo di Pasolini (fra l'altro esperto di arti marziali), e dall'analisi fatta sul bastone che il ragazzo sostenne di aver utilizzato per colpirlo, risultò addirittura la presenza di marciume nel legno. L'ipotesi del sabotaggio delle indagini è ancor più avvalorato dal fatto che già dalla mattina successiva, il luogo del delitto era aperto a telecamere, giornalisti e popolani che hanno curiosato e vagabondato nell'area, inquinando le prove e annullando ogni possibile ricerca di tracce e indizi.
Sul romanzo "Petrolio" (usando nomi di fantasia ma comunque molto intuibili sul panorama pubblico degli anni 70') Pasolini sosteneva che Mattei non era morto per un incidente d'aereo, bensì per un attentato legato al commercio del petrolio. Ad onor del vero, dopo il massacro del poeta, alcune parti del suo racconto vennero rubate, incluso l' appunto 21 intitolato "Lampi sull'Eni". In esso veniva sviluppato con precisione tutto il caso legato a Mattei, smascherando e rendendo pubblici i nomi dei responsabili del delitto. Ora, l'appunto 21 era scomparso da più di trent'anni e il suo contenuto avvolto dal mistero, finché non si sa come, un brav'uomo di Stato come il tristemente noto senatore Marcello Dell'Utri sostiene di possederlo. Conoscendo il suo passato mafioso e non lodevole, il fatto che sia lui ad averlo, dopo che lo stesso venne rubato inséguito all'omicidio del suo autore, non mi stupisce. Più che altro, se si pensa all'affidabilità e alla sincerità di un plurigiudicato come Dell'Utri, si rimane scettici sulla veridicità delle sue affermazioni, soprattutto ricordando l'infondata autenticità di presunti diari di Mussolini che il senatore sosteneva di possedere. Anche la stessa nipote di Pasolini, Graziella Chiarcossi si dice non convinta e il giudice Calia aggiunge «E' pazzesco, roba da matti, incredibile. Quel capitolo del romanzo “Petrolio” rappresenta un documento storico sulle stragi d’Italia e in termini giuridici è un corpo di reato». Ad ogni modo, il senatore sostiene di avere quelle 78 pagine scomparse che anticipa essere "inquietanti" e rimanda la loro presentazione in occasione dell'inaugurazione del suo 21° mercato del libro antico che aprirà l'11 Marzo a Milano, in concomitanza con una mostra fotografica di scatti inediti riguardanti il poeta.
Che sia vero o no, resta il fatto che un intellettuale grandioso come Pasolini sia stato barbaramente ucciso in modo che non parlasse e che i suoi mandanti e assassini siano stati volutamente nascosti e protetti. Prima o poi questo Appunto 21 verrà fuori, ma sarà certamente troppo tardi per giudicare i colpevoli che stanno dietro all'omicidio Mattei (che fra l'altro possiede evidenti correlazioni con questa ed altre stragi di Stato come quella di Piazza Fontana) e a quello dell'intellettuale. Quel "Petrolio" che Pasolini non è riuscito a smascherare, vive ancora nelle nostre istituzioni, nei governi corrotti e nell'economia, contaminando e avvelenando la democrazia di un paese malato.

1 commento:

Daniele ha detto...

Dietro lo scandalo di questa strage viene fatta anche ricollegare la scomparsa di Mauro De Mauro avvenuta quando stavo indagando per aiutare Francesco Rosi al film su Enrico Mattei a riguardo molto interessante il libro " Profondo Nero " di Giuseppe lo Bianco.

P.S.
link interessante:
"http://sconfinamenti.splinder.com/tag/questo+%C3%A8+cefis"
che parla di chi inventò la massoneria in Italia e ricollegato a Enrico Mattei . . . .