martedì 13 aprile 2010

Aprilia, verso il referendum sull'acqua sognando il modello Parigi

Dal 2003 nella cittadina laziale è arrivato un gestore privato, Acqualatina. Ma i cittadini si organizzano


LATINA - Mentre scoppia il caso politico sulle proposte di referendum per l'acqua pubblica, c'è chi ha da anni intrapreso un percorso amministrativo destinato a fare scuola in Italia. Siamo ad Aprilia, terza città del Lazio, Comune guidato da un sindaco 'civico' di estrazione socialista, territorio animato da numerosi movimenti cittadini che dall'arrivo del gestore Acqualatina - era il 2003 - hanno fatto capire di non apprezzare aumenti e imposizioni di ogni natura. Il municipio guidato da Domenico D'Alessio è a lavoro per riprendersi depuratori e rete idrica, mentre sono già migliaia le famiglie che anziché pagare le bollette al gestore pubblico/privato, versano la tariffa senza aumenti direttamente nelle casse comunali. Uno schiaffo ai colossi francesi che controllano l'oro blu in provincia di Latina, quegli stessi 'allontanati' proprio dove hanno casa, come accaduto a Parigi. Lì l'acqua che sgorga dai rubinetti nei bar e nelle case è ancora quella per gli italiani sarà tra poco difficile dire "del sindaco". Ed è a questo modello che molti guardano come esempio di virtù.

AUTODETERMINAZIONE - «Ben vengano i referendum - spiega il primo cittadino apriliano D'Alessio - ma qui abbiamo cominciato molto prima. Sono Sindaco da giugno 2009, ma ricordo che sin dal 2006 il Comune aveva deciso di non aderire alla convenzione con Acqualatina. Nonostante il ricorso intentato contro la delibera siamo andati avanti, ottenendo il conforto del consiglio di Stato. Nello stesso anno - spiega D'Alessio - è stato infatti ribadito il principio dell'autodeterminazione dei Comuni sulla gestione idrica. Di pari passo anche i cittadini, nei numerosi ricorsi al giudice di Pace, hanno visto riconosciuto il diritto di pagare la bolletta al Comune poiché la famosa convenzione non era stata firmata. Come vedete - conclude - il nostro obiettivo di riprenderci la gestione dell'acqua poggia su solide basi».

MODELLO PARIGI - Il comitato dell'acqua pubblica animato da Alberto De Monaco, censore degli sprechi e puntuale controllore degli aumenti che si sono verificati negli anni, annuncia la prossima sfida. "Presto andremo a Parigi per vedere come funziona il sistema ora che il contratto con le multinazionali Veolia (che controlla Acqualatina, ndr) e Suez, non è stato più rinnovato". L'Italia, terra di conquista per la casta dell'acqua d'Oltralpe, trova in terra pontina un'enclave pronta a resistere, e soprattutto a non far dimenticare quale sia, oggi, il peso di una bolletta nel bilancio familiare.

AUMENTO DEL 5%, OGNI ANNO - «Anche quest’anno - scrive il comitato - Acqualatina ha comunicato un altro aumento in bolletta: per il 2010 sarà +5.5%. Aumento che arriva puntuale dal 2006. Da allora - ricorda De Monaco - la tariffa la stabilisce automaticamente il gestore: aumento del 5% ogni anno (almeno fino al 2014) cui si aggiunge il tasso d’inflazione reale. Di questo passo gli aumenti della bolletta dell’acqua dal 2003 (primo anno di gestione Acqualatina) ad oggi sono del 52 % su tutto l’Ato. Per Aprilia invece, gli aumenti medi sono stati finora del 170%». Ma il peso degli aumenti ha toccato quote ancor più rilevanti in provincia: sino al 300% se rapportate all'epoca delle gestioni pubbliche.

STIPENDI RECORD - Un'altra questione brucia al comitato. «Occorre dire - aggiunge De Monaco - che il solo consiglio d’amministrazione di Acqualatina dal 2003 ad oggi ci è costato 4milioni e 400mila euro, di cui 2milioni e 300mila per pagare i manager di parte privata e 2miloni e 100mila distribuiti tra i rappresentati pubblici/politici locali».

L'APPELLO - Le anomalie della gestione pontina sono state oggetto di una indagine amministrative che stava culminando con "«il commissariamento dell’Ato, ma la chiusura anticipata della legislatura non ha consentito alla Regione di esercitare fino in fondo il potere di controllo riconosciuto dalla legge». Lo ricorda l'ex assessore all'ambiente della Regione Lazio Filiberto Zaratti (Sel). «Mi auguro- conclude - che il neo Presidente Polverini non lasci ora cadere l’azione condotta dalla Regione e restituisca ai cittadini della provincia di Latina tutte le garanzie per una corretta gestione del servizio idrico secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità che la legge stabilisce”».

Michele Marangon
11 aprile 2010


fonte : Corriere della Sera on line 11.04.2010

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