martedì 13 aprile 2010

La dignità d'un paese

“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo…
Gli uomini erano vissuti fino ad allora in quella che io chiamo “ l’età del pane”. Erano cioè consumatori di beni estremamente necessari. Ed era questo, forse, che rendeva estremamente necessaria la loro povera e precaria vita. Mentre è chiaro che i beni superflui rendono superflua la vita. Questa ha finito per imporsi come una moda, una vera assuefazione, sostenuta dalla propaganda e dalla pubblicità. L’uomo nato da questa mutazione, quale che sia la sua rivendicazione di autonomia e di individualismo, non appartiene più a sé stesso. Quest’uomo non ha più radici, è una creatura mostruosa e lo ritengo capace di tutto. Quello che voglio dire in altre parole è che quello che non è riuscito al regime fascista, cioè trasformare la realtà millenaria, provinciale, rustica, paleoindustriale dell’Italia in una proiezione falsa, è riuscito ad un regime democratico. L’omologazione che il fascismo non è riuscito ad ottenere, il potere di oggi, che è il potere della società dei consumi, riesce a ottenerlo perfettamente. Il nostro sistema ha distrutto le varie realtà particolari. Questa omologazione ha ormai distrutto l’Italia. Voglio perciò dire che il vero fascismo è la società dei consumi. Noi ci troviamo alle origini di quella che sarà probabilmente la più brutta epoca della storia dell’uomo, l’epoca della alienazione industriale."

Pieri Paolo Pasolini 1975

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