giovedì 15 luglio 2010

Continua la protesta (di nascosto)

I problemi all'Università non sono stati affatto risolti (come numerosi simpatizzanti del regime e delle varie associazioni come la filo-clericale Diritto allo studio sostenevano anni fa) anzi, restano e si moltiplicano a causa degli ulteriori problemi dati dalla manovra finanziaria di questo regime notoriamente contrario al diritto al sapere, alla conoscenza, alla ragione e allo sviluppo sociale e culturale del popolo. Le Università continuano a protestare e non ricevendo alcun appoggio dal criminoso, corrotto e venduto sistema mediatico italiano, non riesce facilmente a far sentire la sua voce. Per questo docenti, studenti e ricercatori cercano altri metodi di protesta per rompere il vergognoso muro di silenzio che li circonda.

Da Il Fatto:

A La Sapienza di Roma, il Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, ha stabilito insieme agli studenti, di realizzare gli esamisi nelle strade della città universitaria e, durante la notte, “al buio” nei locali della facoltà. “Quest’iniziativa estrema – spiegano gli insegnanti de La Sapienza – intende indicare anche simbolicamente che un’università indebolita nel finanziamento e negli investimenti da parte dello stato è destinata a vivere periodi bui e a finire in strada, perdendo anche le sue strutture fondamentali”. Il Consiglio di Facoltà ha espresso le difficoltà di sostenere l’offerta formativa del prossimo anno accademico e dei successivi, in presenza di un quadro normativo e finanziario così penalizzante come quello prefigurato dalla riforma Gelmini e dalla legge 133.

SCIOPERO DELLA FAME: Il taglio di 1,5 miliardi di euro in 5 anni, infatti, è inaccettabile anche per gli atenei considerati “virtuosi” come Padova, dove i professori e i ricercatori hanno cominciato ieri lo sciopero della fame in piazza. Afferma Casarin, professore in sciopero: “Molte persone non hanno chiaro che si sta andando verso la negazione di un diritto, tutti i ragazzi dovrebbero frequentare un’università degna di questo nome. Quest’anno ci hanno detto di fare il tifo per gli evasori, così avremmo avuto dei soldi dai capitali rientrati con lo scudo fiscale. E non ci daranno neanche quelli, di quattrini. E' inaccettabile”. Ricercatori e docenti saranno colpiti anche da un altro taglio presente in manovra, il blocco stipendiale: “Abbiamo appena saputo – spiega ancora– che l’emendamento della Finanziaria che prevedeva lo stop agli scatti d’anzianità per una serie di categorie, come i magistrati, i diplomatici, la polizia, docenti e ricercatori, ormai riguarda solo la nostra categoria e i diplomatici. Perché il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si è battuto per i poliziotti, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha fatto eliminare dalla norma i togati mentre per noi non si preoccupa nessuno. Specialmente per i ricercatori, che prendono 1.200 euro al mese e senza progressioni di carriera faranno la fame. Ci danno un colpo in testa e, se la alziamo, ne è pronto un altro”.

CORSI A RISCHIO A Torino il senato Accademico del Politecnico ha deciso di ritardare l’inizio dell’anno accademico al 4 ottobre per la protesta dei ricercatori che hanno deciso di non accettare la docenza dal prossimo anno, perché non riconosciuta con la nuova riforma. Lo slittamento potrà anche causare la sospensione della sessione di laurea estiva. Lo stesso problema si sta ponendo in tutte le università italiane, e per adesso non ci sono novità per quanto riguarda l’annunciata cancellazione della terza fascia docente.

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