sabato 12 marzo 2011

Salta il reattore, ma non i piani del regime

Il governo giapponese ha confermato l’esplosione del reattore 1 della centrale di Fukushima. Il portavoce di governo, Yukio Edano, ha invitato la popolazione a restare calma e ha fatto sapere che “il livello di radiazioni viene monitorato con attenzione” anche se ha ammesso che la situazione diventa sempre piu’ critica.

Il nostro governo invece, tramite quella specie di rospo del capogruppo Pdl Cicchitto, continua a sostenere il nucleare dicendo che l' incidente giapponese non cambierà la linea del governo. Anche quell' ipocrita cattolico leccaculo voltafaccia di Pier Ferdinando Casini si è detto “ancora favorevole” al nucleare "a meno che non lo voglia Dio"(questo potrebbe non essere vero). “Vorrei che il Governo dopo tante declamazioni passasse dalle parole ai fatti” (pure!), ha auspicato il leader dell’Udc. “Naturalmente il problema del Giappone è molto più complesso”, ha osservato. Si, perché il giapponese non lo capisce nessuno e alcuni politici del parlamento non sanno neanche dove stà nella cartina. Il leader della Lega Bossi, a chi gli chiedeva sui fatti del Giappone ha risposto: stiamo lavorando perché i giapponesi non arrivino sulle coste di Lampedusa" (questo potrebbe non essere vero).

A questi politici mezze seghe risponde pacatamente il geologo Mario Tozzi: “Sono degli irresponsabili. Parlassero di meno e studiassero di più. C’è da rimanere allibiti. Questi politici fanno finta di esser dei teorici di fisica nucleare. Non hanno nemmeno la decenza di usare la cautela che in situazioni come questa dovrebbe essere d’obbligo”. Secondo il conduttore di “Gaia, il pianeta che vive” (che tornerà in onda su Rai Tre a partire dal 31 marzo) le bugie più macroscopiche della lobby pro-atomo sono due: la sicurezza e l’economicità di questa fonte di energia, che la tragedia giapponese le sta drammaticamente mettendo a nudo. “Le centrali nucleari giapponesi – spiega Tozzi – sono state costruite per sopportare un terremoto di 8,5 gradi della scala Richter. Poi cos’è successo? E’ arrivato un sisma di 8,9 e le strutture non hanno retto”. Le centrali italiane saranno costruite per resistere a delle scosse di circa 7,1 gradi, ma, come sostiene Tozzi, “chi ci assicura che un giorno non arriverà un sisma più potente?”. Nessuno, solo Dio e Casini. Inoltre il disastro giapponese è avvenuto nel paese tecnologicamente più avanzato del mondo. A Tokio infatti è radicata una seria cultura del rischio che è frutto di una profonda conoscenza di questi fenomeni. “Con quale faccia i vari Cicchitto ci vengono a vendere l’idea che in Italia, in caso di terremoto, le cose possano andare meglio che in Giappone? Il terremoto dell’Aquila se si fosse verificato in Giappone non avrebbe provocato neanche la caduta di un cornicione. Da noi ha causato 300 morti. Chi può credere alle farneticazioni sulla sicurezza del nucleare italiano?”, chiede sarcasticamente Tozzi. E’ vero che l’incidente nucleare è più raro, ma è altrettanto vero che è mille volte più pericoloso. E il caso giapponese, secondo Tozzi, è da manuale: “Se a una centrale gli si rompe il sistema di raffreddamento diventa esattamente come un’enorme bomba atomica.

E poi c’è la questione della presunta economicità dell’energia prodotta dall’atomo. “I vari politici e presunti esperti – argomenta Tozzi – si riempono la bocca dicendo che il kilowattora prodotto dall’atomo è più economico di quello prodotto dalle altre fonti. Ma non è vero. Sapremo quanto costa realmente solo quando avremo reso inattivo il primo chilogrammo di scorie radioattive prodotto dalle centrali. E cioè fra 30mila anni”. Secondo il giornalista, la lobby che vuole il ritorno del nucleare propaganda la sua convenienza economica senza tenere conto dell’esternalità, e cioè dei costi aggiuntivi che ne fanno lievitare il prezzo. Che vanno dallo smaltimento delle scorie (problema che nessun paese al mondo ha ancora risolto definitivamente) ai costi sociali ed economici di un eventuale incidente. “Sono soldi che i nuclearisti non conteggiano – dice Tozzi – perché sono costi che ricadranno sui cittadini e sulle generazioni future”.

Nota personale:
Ultimamente in Italia si è riacceso il dibattito dopo che il regime mafioso e corrotto di Berlusconi ha auspicato la costruzione di reattori nucleari, usando impianti giudicati di 2°-3° mano, tecnologie già usate e abbandonate da altre nazioni quali Francia e paesi dell'Est. Insomma è probabile che faremo centrali nucleari "all'italiana", col timbro dei cannoli siciliani e la faccia di Apicella come marchio.
Il regime sta facendo di tutto per portarci nella melma del nucleare, per esempio con quel bel Forum sul nucleare, talmente fazioso e antidemocratico da far si che il suo spot da migliaia di euro, sia stato ritirato. Ce la sta mettendo tutta tagliando le gambe all'unico e davvero UNICO settore economico italiano in grandissima crescita quale quello delle energie rinnovabili, tramite il bastardo decreto Romani.
E' facile pensare che questo sia l'ennesimo inganno di quel puttaniere di Berlusconi che arricchirà di miliardi di euro qualche suo amico che lavora nel nucleare o direttamente l'amica Mafia, senza che queste centrali vedano mai la luce...Dopotutto dopo il ponte sullo stretto, le varie autostrade, per non parlare di ospedali, stadi ecc; di esempi di grandi opere con enormi finanziamenti (poi scomparsi) e mai finite, l'Italia ne è piena. E probabilmente le ideali centrali nucleari di Berlusconi faranno la stessa fine: verranno costruite e non entreranno mai in funzione (e ce lo auguriamo). Il problema è che le pagheremo noi, mentre loro non pagheranno mai nulla per i loro errori. come sempre è stato e come sempre sarà in questo fottutissimo bel Pae
se. E questi soldi verranno buttati, come giornalmente vengono buttati migliaia di NOSTRI euro, che invece di essere investiti su scuole, Università, ospedali , enti pubblici che ne hanno bisogno; vanno alle puttane di Berlusconi e alle mignotte che lucidano il pene finto e i denti nuovi di Berlusconi.
Ma questa è una fiaba che, (per citare "Le luci della centrale elettrica") racconteremo ai figli che non avremo.

Fonti: pezzi da Il Fatto
e da Ecquo

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